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Cyberdifesa Nazionale: Un Appello Urgente per Coinvolgere Tutti, Dai Giovani agli Esperti

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Aumentare gli organici per la difesa del Paese

La cyber guerra non è più una minaccia lontana, ma una cruda realtà che sta mettendo a dura prova la resilienza del nostro Paese. In questo scenario critico, le recenti dichiarazioni del Generale C.A. Leonardo Tricarico, rilasciate al Messaggero il 28 giugno 2025, risuonano come un campanello d’allarme imprescindibile per l’Italia.

 

In un’intervista [1], il Presidente della Fondazione ICSA ha giustamente sottolineato l’imperativa necessità di investire in “Difesa aerea, cibernetica, esercito”, affermando con preoccupazione: “Sulla cibernetica siamo davvero molto indietro, è forse questa la nostra lacuna più invalidante. Bisogna metterci le mani quanto prima, perché il nostro Paese registra ritardi e anomalie non facili da colmare. Mancano pure gli esperti qualificati…”

 

Le sue parole richiamano alla memoria la lungimiranza del Gen. C.A. Luigi Ramponi, figura stimata dai soci ANSSAIF, che già durante il nostro XII Congresso sottolineava con ardore la necessità impellente di formare una robusta struttura di intelligence e intervento per la difesa cibernetica nazionale. Se non ricordo male, egli indicò l’urgenza di addestrare una forza equivalente ad almeno una intera Brigata dell’Esercito.

 

Oggi, il nostro Paese vanta due potenti strutture: l’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), che, forte dell’esperienza della Polizia Postale, eccelle nel contrasto al cybercrime grazie alla sua competenza investigativa e forense, la prossimità al cittadino, l’enforcement della legge e la gestione delle crisi civili. Parallelamente, il Ministero della Difesa opera attraverso il suo COR (Comando Operazioni in Rete), caratterizzato da capacità offensive e difensive avanzate, una visione strategica e di intelligence, un coordinamento con le agenzie di intelligence e una risposta rapida in scenari complessi.

 

Nonostante l’eccellenza e la specificità di queste entità – che sicuramente collaborano fra loro – ci si chiede se le risorse attuali siano proporzionate alla crescente dimensione e frequenza delle minacce che ci troviamo ad affrontare.

 

La realtà odierna ci impone di non abbassare la guardia. Recenti report, come quelli di TS-WAY, che assiste le organizzazioni nella prevenzione e risposta agli attacchi, documentano una preoccupante escalation di offensive contro le infrastrutture critiche italiane, in particolare quelle sanitarie, sotto il titolo: “Italia: nuove offensive colpiscono la penisola”. Immaginiamo le conseguenze catastrofiche se dovessero bloccare i robot e le sale operatorie durante delicati interventi chirurgici!

 

Con il timore di ulteriori infrastrutture critiche paralizzate, mi si consenta di umilmente fare da eco al messaggio di allarme del Generale Tricarico, e suggerire di potenziare drasticamente le strutture esistenti e di controllare l’efficace e rigorosa compliance delle organizzazioni pubbliche e private alla normativa vigente.

 

Non è più il momento di dilazionare gli interventi a difesa della continuità dei servizi e dei prodotti, e soprattutto dei dati e delle informazioni. Solo un impegno corale e immediato, che coinvolga ogni componente della società, potrà garantire la continuità dei nostri servizi essenziali e la protezione dei dati e delle informazioni vitali per il futuro del nostro Paese.

ACW

1 luglio 2025

[1] “Difesa, il generale Tricarico: «Se venissimo attaccati non potremmo difenderci. I nostri militari? Non bastano»” (Il Messaggero, 28 giugno 2025)