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Il cybercrime e la sicurezza nazionale: un’urgenza da affrontare

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Il cybercrime e la sicurezza nazionale: un’urgenza da affrontare

Il cybercrime è ormai una minaccia centrale per la sicurezza nazionale. In un recente messaggio su LinkedIn, l’avvocato Stefano Mele ha riportato alcuni dati significativi dal rapporto sui crimini informatici in Italia, relativi ai primi sette mesi dell’anno.

Mele evidenzia che, pur essendo diminuiti gli attacchi complessivi alle infrastrutture critiche rispetto all’anno precedente, quelli verificatisi sono stati meno numerosi, ma più gravi. Anche le truffe online continuano a essere un problema serio, con oltre 17.600 episodi registrati in soli sette mesi. Un dato ancora più allarmante è l’aumento del 56,3% degli attacchi legati all’antiterrorismo.

Questi numeri, come sottolinea l’avvocato Mele, confermano due aspetti cruciali: gli attacchi informatici stanno diventando più mirati e strategici, e il cybercrime è ormai una componente strutturale delle minacce alla sicurezza del nostro Paese.

Cosa fare, quindi?

L’evidenza suggerisce che le misure attuali non sono sufficienti. È necessario potenziare le squadre dedicate alla prevenzione e alla difesa dagli attacchi cyber. Inoltre, è fondamentale considerare la creazione di team capaci di condurre anche operazioni di attacco contro i nemici del nostro Paese.

Servono esperti di sicurezza informatica con un’esperienza consolidata in organizzazioni rilevanti, ma è altrettanto importante aumentare il numero di team specializzati.

A questo proposito, è utile ricordare una persona di notevole spessore, il Generale di C.A. Luigi Ramponi, che anni fa propose: “Sostituiamo una brigata dell’Esercito con una brigata di esperti cyber!”. Una proposta lungimirante. Se non si è ancora agito in tal senso, forse ora è davvero il momento di farlo.