Le ombre dell’Intelligenza Artificiale: un lato oscuro tra frodi, dipendenza e perdita di posti di lavoro
L’Intelligenza Artificiale (IA) sta rivoluzionando il nostro mondo, offrendo incredibili opportunità, ma portando con sé anche nuove, preoccupanti sfide. Dall’uso illecito alla dipendenza psicologica, fino all’impatto sul mondo del lavoro, le preoccupazioni sul suo utilizzo crescono di giorno in giorno.
Frodi e abusi: il lato oscuro del progresso
Una delle manifestazioni più inquietanti dell’IA è la sua applicazione in attività illecite. L’ultima tendenza è la creazione di immagini e video deepfake, utilizzati per spogliare virtualmente le persone o per compiere frodi. Non è un caso che il deepfake sia diventato lo strumento principale per la creazione di immagini intime non consensuali e per le truffe finanziarie. Un esempio eclatante è la frode da 20 milioni di sterline subita da un’azienda di ingegneria a Hong Kong, dove un dipendente è stato ingannato da una videoconferenza completamente fittizia, creata con l’intelligenza artificiale per imitare i suoi superiori.
L’impatto psicologico e sociale: non solo uno strumento
L’IA non è solo un sistema di calcolo, ma sta diventando una parte integrante della nostra vita. Christopher Summerfield, nel suo recente testo[1], sottolinea come la crescente interazione con questi sistemi stia creando una nuova normalità. Questo rende le persone più vulnerabili a sviluppare un attaccamento emotivo ai sistemi di IA, offuscando il confine tra le interazioni umane e quelle con le macchine. Un altro fenomeno singolare, evidenziato anche dal Washington Post, è che l’uso prolungato di strumenti come ChatGPT sta portando le persone a imitare il modo di esprimersi di queste IA, adottando frasi e schemi linguistici simili.
La minaccia per il mondo del lavoro
Forse la preoccupazione più grande riguarda l’occupazione. L’IA non è più una minaccia distante per i lavoratori, ma una realtà tangibile. Come ha recentemente affermato il professor Paolo Benanti, l’era dei licenziamenti indotti dall’IA è già iniziata. Aziende come TikTok stanno sostituendo centinaia di moderatori umani con algoritmi di intelligenza artificiale, e un rapporto del Washington Post suggerisce che persino professioni altamente qualificate, come quella dei radiologi, potrebbero essere a rischio, poiché l’IA è sempre più in grado di analizzare documenti medici con grande precisione.
Tuttavia, l’efficienza e l’innovazione promesse dall’IA richiedono una riflessione sulle nuove competenze e sui nuovi ruoli che emergeranno. Molti sostengono che sia fondamentale investire in una politica industriale e formativa che prepari i lavoratori a questa transizione, fornendo loro le competenze necessarie per collaborare con l’IA anziché esserne sostituiti.
Il futuro dell’IA: tra preoccupazioni e possibili soluzioni
L’intelligenza artificiale solleva anche questioni etiche fondamentali, come l’uso di questi sistemi per il tracciamento dei cittadini, come sembra stia già accadendo in Cina secondo l’antropologo Yuval Noah Harari.
Per mitigare questi rischi e migliorare l’affidabilità dei sistemi, è essenziale che le IA vengano addestrate con una maggiore varietà di dati, inclusi quelli utilizzati nell’istruzione umana. Questo potrebbe garantire una base di conoscenza più solida e meno incline a pregiudizi.
Nelle mie intenzioni, questo articolo ha l’obiettivo di stimolare il dibattito fra i Soci e gli amici che seguono i lavori per il nostro “Osservatorio sulla AI”.
ACW
[1] “These strange new minds”, Penguin Random House UK